Nordio difende la riforma della separazione delle carriere citando la Costituzione. Magistrati critici sul provvedimento.
La riforma della separazione delle carriere dei magistrati ha ottenuto il primo sì alla Camera, segnando un passaggio storico dopo 17 anni di tentativi falliti. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio si è detto soddisfatto del risultato, sottolineando come il provvedimento non intacchi i diritti dei cittadini ma, al contrario, li rafforzi. “Se questa riforma toglie garanzie ai cittadini? No, ce ne saranno di più. L’indipendenza della magistratura è nella Costituzione. I magistrati finora erano indipendenti dalla politica, ma non da sé stessi e dalle correnti della magistratura. Ho voluto recidere questo vincolo”.
La separazione delle carriere come riequilibrio dei poteri
Nordio ha inoltre evidenziato che la riforma è in linea con la Costituzione e ha proposto un referendum per coinvolgere i cittadini: “Un’eventuale modifica, che io non auspico, dovrebbe essere sottoposta alla stessa revisione costituzionale. E un’altra maggioranza potrebbe evitarlo, ma anche retrocedere allo stato attuale. Giusto poi sottoporre questa delicata materia a un referendum”.
Il ministro ha difeso con forza il principio di separazione dei ruoli tra pubblico ministero e giudice, sostenendo che questo passaggio migliorerà il sistema giudiziario: “La separazione allontana l’inquisitore dal giudice imparziale”.
Le critiche dei magistrati: rischio di un pm autoreferenziale
La riforma, tuttavia, non ha mancato di suscitare polemiche, specialmente tra i magistrati. Marco Patarnello, sostituto procuratore della Cassazione, ha espresso serie preoccupazioni: “Questa riforma crea una figura di pm con un Csm tutto suo, così separata, autoreferenziale e giganteggiante da rivelarsi pericolosa per i cittadini. Non potrà che aprire la strada alla sottoposizione di questo organo al ministro della Giustizia”.
Anche altre critiche sono state mosse nei confronti della gestione delle indagini da parte dei pubblici ministeri. Nordio ha replicato puntando il dito contro alcune pratiche dubbie: “Il pm è già un superpoliziotto. Dirige le indagini e talvolta ne crea per clonazione: trattenendo una parte del fascicolo inviato al gip e aprendone un altro. In numerosissimi casi si sono inventate indagini lunghe e costosissime senza alcun controllo”. Come riportato da affaritaliani.it
Il dibattito sulla separazione delle carriere non è solo giuridico, ma anche politico e sociale. Se da un lato il ministro Nordio ritiene che questa riforma rappresenti un “riequilibrio dei poteri”, dall’altro i magistrati temono che possa mettere a rischio l’indipendenza della Giustizia. La proposta di sottoporre la questione a un referendum, come suggerito dallo stesso Nordio, potrebbe rappresentare un passaggio decisivo per dirimere la questione.